ALIDA ZECCHIN

Alida Zecchin nasce a Venezia, dove ora risiede e lavora. Si forma nell’ambiente artistico veneziano frequentando il Liceo Artistico di Venezia dove si diploma negli anni ’70. Ha come maestri alcuni degli artefici del “movimento spazialista”, come Edmondo Bacci, Gino Morandis, Armando Pizzinato. Lo scultore Salvatore Messina, docente di plastica, le trasmette la disciplina e la passione per la scultura.

Dopo aver conseguito la laurea in architettura negli anni ’80, sente il bisogno frequentare, nella maturità, l’Accademia di Belle Arti di Venezia per perfezionare la sua grande passione per la scultura, laureandosi con lode nel 2011. Ha partecipato a svariate mostre, in particolare negli ultimi anni: “Metanoia” a Ca’ Foscari con l’opera marmorea “Il cammino”, seguita dalla mostra itinerante nella sede patriarcale di Zelarino (Venezia); poi a Motta di Livenza (Treviso) con un’opera dedicata al tema “Alla Madre” cui ne sono seguite molte altre (Burano, Venezia, Mestre, Pordenone…).

Ha frequentato diversi corsi di perfezionamento di scultura su marmo a Carrara, nei luoghi dove Michelagelo Buonarroti scelse i blocchi per le sue somme opere, ed ha acquisito una notevole abilità nell’uso degli strumenti manuali e meccanici. Attualmente frequenta un atelier con diversi artisti, anche noti, nel Trevigiano.

Nella scultura di Alida Zecchin le tematiche affrontate sono quelle della quotidianità, con predilezione per il figurativo. In essa domina la necessità di un’invenzione per ogni soggetto, con un effetto plastico che spesso esce dalle regole antropometriche alla ricerca di un’espressività esasperata dai toni sofferti e intensi. I soggetti sono vagliati dalla sua personalissima sensibilità e dal suo coinvolgimento emotivo per gli eventi contemporanei. Rimandano alla sua personale espressività caratterizzata da un verismo (alla Verga) un po’ “rustico”, ma ricercatissimo.

Nel disegno cerca sagome e forme da riscoprire e reinventare con una sensibilità di sapore romanico, primitivo, arcaico… dove le licenze antropometriche hanno lo scopo di drammatizzare ed esaltare l’opera.

Nella pittura cerca cromie materiche spesso cangianti, riverberanti, definibili quasi come “caricature cromatiche”.